martedì 19 gennaio 2010

Un pò di me....

Sono nata a Roma il 12 marzo 1970 e nell’anno 1996, subito dopo la laurea in giurisprudenza, mi sono trasferita nelle Marche, scegliendo come luogo di residenza Corinaldo.

Nel 1996 ho iniziato la pratica forense e l’attività di volontariato all’interno dell’associazione “Donne e Giustizia” di Ancona, dove ancora oggi presto consulenza legale alle donne vittime di violenza domestica.
Nel 1999 ho superato l’esame per l’abilitazione alla professione di avvocato e ho scelto di dedicarmi principalmente al diritto di famiglia.

Ammetto che ho imparato molto dalle donne che ho seguito in questi anni, sia quelle che si sono rivolte all’associazione Donne e Giustizia, sia quelle che ho assistito professionalmente ed a loro in gran parte devo la mia crescita personale.


Attraverso il confronto con le storie che le donne mi hanno raccontato, ho potuto riflettere sul significato di appartenenza al genere femminile: ci portiamo dietro (o meglio dentro) una storia comune, fatta di mille difficoltà nell’affrontare una società apparentemente neutra, di risorse emotive ed intellettive che abbiamo dentro noi, di una modalità di relazionarci con gli altri e di sentire la vita.


L’esperienza nell’associazione ha rappresentato anche il mio primo approccio con la politica, intesa in senso lato, come interesse alla vita pubblica. La nomina a Commissaria di parità, avvenuta nel 2006, ha significato un passo verso la politica istituzionale. All’interno della Commissione di Pari Opportunità ho dato la mia disponibilità nel collaborare in due gruppi di lavoro: quello delle politiche sociali e della salute e quello della legislazione di parità.

Negli ultimi anni ho continuato a percorrere un cammino di crescita politica all’interno del PD: al momento della nascita del PD, io ed il mio compagno Fabrizio abbiamo maturato la decisione di prendere la tessera del partito. La nascita del nuovo partito, frutto dell’esperienza della sinistra italiana e di una parte del mondo cattolico (per il nostro modo di vedere quella più vicina ai bisogni delle persone), rappresentava una tappa importante nel panorama politico del nostro paese.
Guardavamo al nascente partito come l’unica “casa” possibile, l’unica nella quale potevamo sentirci rappresentati e soddisfare il nostro bisogno di identificarci con un pensiero politico.
Dopo l’esperienza dell’Ulivo, nella quale in molti avevamo posto tutta la nostra fiducia, c’era da pensare ad un partito di centro sinistra nuovo per evitare le trappole del passato.
Inoltre ci piaceva l’idea di collaborare al circolo del paese dove viviamo, Corinaldo, per poter creare un gruppo che potesse rappresentare un’alternativa al centro destra che ci amministra da 7 anni.
A distanza di tempo sono maggiormente convinta di quella scelta: viviamo in un periodo storico difficile, in cui molte conquiste che davamo per scontate sono costantemente messe in discussione (penso solo all’equilibrio tra i poteri costituzionali, alla libertà di stampa e di espressione, allo stato sociale costruito tra gli anni ‘70 e ‘80).


Il disagio che mi crea questa situazione mi ha portata a sentire come un bisogno primario quello di partecipare attivamente alla vita politica. Anche la nascita di Virginia ha contribuito a maturare questa decisione: ne va del nostro presente e del futuro dei nostri figli!
Ho iniziato allora con il presentarmi con la mozione Bersani, poi la nomina nell’esecutivo provinciale ed ora la candidatura alle regionali. Questa candidatura viene in un momento importante anche per il territorio dove abito, ossia nel momento in cui è emerso il problema della centrale turbogas che la società Edison vorrebbe costruire nel Comune di Corinaldo.
La mia candidatura è sicuramente un segnale contro un determinato modo di amministrare il territorio: mai scelte politiche dovrebbero pregiudicare la vita, la salute, la cultura di una popolazione; si tratta di beni preziosi che come tali vanno tutelati.
C’è infine un’ulteriore riflessione: il rinnovamento della classe dirigente passa per ognuno di noi e così ho deciso di mettermi in gioco.